2004
In coll. con A. Caputo, M. Tenerani, M. Tamani, S. Pizzi Giornale Italiano di Endodonzia 2004, suppl. vol. 18 n° 3: 65
INTRODUZIONE: in questo studio si valuta, grazie all’ausilio del SEM, il grado di rimozione di smear-layer, di residui organici e di detriti inorganici ottenuto da due diverse metodiche di irrigazione con ipoclorito di sodio ed EDTA.
MATERIALI E METODI: sono utilizzati come campioni denti monoradicolati umani, estratti per motivi parodontali e divisi in tre gruppi (A,B,C).
I campioni dei gruppi A e B sono sagomati meccanicamente con strumenti rotanti al Ni-Ti (Mtwo) e sono irrigati, durante e dopo la strumentazione, nel seguente modo: all’inizio della preparazione meccanica è usato solo l’ipoclorito di sodio come irrigante canalare, successivamente si utilizzano in modo alternato ipoclorito ed EDTA ed infine, negli ultimi passaggi, solo l’EDTA.
Successivamente i campioni dei gruppi A e B ricevono, ciascuno, una differente irrigazione finale: il gruppo A è irrigato con EDTA per cinque minuti, mentre il gruppo B con EDTA per tre minuti e con ipoclorito di sodio per i successivi tre minuti.
Il gruppo C di controllo non è stato strumentato ma, dopo aver eliminato la polpa, si introduce nel canale la soluzione fisiologica.
I campioni sono preparati per la valutazione al SEM e per ciascun campione sono fatte tre valutazioni: a 2 mm, a 4 mm dall’apice e nella zona più coronale.
Le tre differenti aree sono state analizzate comparando la morfologia della superficie dentinale con una scala predefinita di valori che considera 4 differenti parametri: smear layer, residui pulpari, detriti inorganici e profilo di superficie (Prati 1994, Peters 2000).
Lo studio è stato condotto in doppio cieco. I dati sono stati registrati ed analizzati statisticamente usando il test di Fisher e il test Chiquadrato.
RISULTATI: i risultati dello studio dimostrano che non ci sono differenze nella rimozione dello smear-layer tra i gruppi A e B, e che la detersione è migliore a livello coronale e medio che a livello apicale.
I campioni dei gruppi A e B, inoltre, determinano in tutte le zone esaminate una completa digestione dei residui pulpari, grazie all’azione solvente dell’ipoclorito di sodio.
Nella rimozione dei detriti inorganici il gruppo A mostra una maggiore efficacia, soprattutto a livello del terzo coronale e medio, rispetto al gruppo B.
Valutando il profilo di superficie, i campioni del gruppo A evidenziano maggiori erosioni.
Il gruppo C ha un’abbondanza di residui organici di origine pulpare e di materiale inorganico, ma, non essendo stato strumentato, è privo di smear-layer.
CONCLUSIONI: da tale studio si evince che la combinazione di ipoclorito di sodio ed EDTA, usata durante e dopo la preparazione meccanica, è ideale per ottenere una buona detersione del sistema canalare.
Lasciare, però, nel canale l’EDTA per un periodo di tempo più lungo si traduce in una maggiore rimozione del materiale inorganico, ma, contemporaneamente, in maggiori irregolarità di superficie generate dalla presenza delle erosioni dentinali.
Le soluzioni irriganti sono comunque più efficienti a livello coronale e medio piuttosto che nelle zona apicale.
•Nessunadifferenza